Fra le Sport utility di media grandezza è da anni uno dei punti di riferimento. Con la seconda generazione, la Nissan X-Trail è cresciuta di dimensioni e ha due nuovi ottimi turbodiesel di due litri. Nel lungo viaggio fino a Capo Nord su neve e ghiaccio, abbiamo portato la X-Trail più potente, quella da 173 CV (con cambio manuale a sei marce).
Esteticamente sono cambiati diversi particolari, dai fari al nuovo design del frontale, dalla fiancata al portellone, che ora si prolunga verso il basso. L’abitacolo, invece, non è lievitato in maniera significativa, mentre è stato rivoluzionato a livello di design. Nella parte bassa della console è posizionato il comodo selettore per gestire il sistema All Mode, molto valido in fuoristrada, flessibile e anche efficace, specie quando s’inserisce il blocco della frizione multidisco centrale. Non ci sono le ridotte, ma per togliersi d’impaccio in situazioni mediamente difficili va bene così.
Per quanto riguarda il motore, non si avverte più il fastidioso ticchettio degli iniettori che affliggeva il vecchio 2.2 al minimo, e l'erogazione è diventata più morbida. La guida è senza dubbio più agile, nonostante l’aumento della massa che ora sfiora i 1800 chili. Sulle strade ghiacciate o innevate, come quelle che abbiamo trovato da Rovaniemi, in Finlandia, attraverso la Lapponia norvegese, la X-Trail si è dimostrata molto sicura. Il controllo elettronico della stabilità, di serie, interviene tempestivamente alla minima perdita di aderenza del retrotreno. I limiti della vecchia X-Trail sono stati quasi del tutto eliminati; rimane solo una certa lentezza nell’impostazione delle traiettorie e la coda più pronunciata accresce il rischio di toccare dietro quando si affrontano dislivelli del terreno.
Arrivati a Capo Nord, non ci resta che confermare i giudizi della pista: la Nissan X-Trail non sarà una fuoristrada dura e pura, ma è comoda, spaziosa e va bene su ogni tipo di fondo.
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